Il team principal della Ferrari non crede che la Ferrari abbia gettato al vento una possibile vittoria.
Ci risiamo, Maurizio Arrivabene anche stavolta non ci sta, non vuole sentire parlare di opportunità persa per la Scuderia di Maranello e pensa che il risultato deludente della trasferta austriaca sia da attribuire esclusivamente al fato.
Devo dire che sin dal principio Arrivabene mi è sembrato la persona giusta alla guida della Rossa, quindi non parto con pregiudizi di sorta nei suoi confronti, ma ultimamente mi sto ricredendo sul suo conto.
Ho sempre pensato che le persone, prima di tutto, devono essere responsabili delle loro azioni, è un qualcosa che nel mio piccolo ho sempre fatto e che, onestamente, mi meraviglia che a livelli nettamente più alti non venga messa in pratica.
Il team manager della Ferrari, invece, ci ha abituato ad un campionario di scuse che ormai non conosce limiti, anche di fronte all’evidenza: io non voglio discutere sul fatto che, anche la sfortuna ci abbia messo lo zampino, ma, come dice il proverbio, la fortuna aiuta gli audaci e la tattica della Ferrari era tutto meno che audace, era una tattica difensivista, una specie di catenaccio in gergo calcistico.
Ebbene, secondo me, l’errore di strategia di domenica è stato chiaro come il sole: i pit dei due ferraristi sono stati troppo ritardati e, purtroppo, non hanno pagato. A Seb è esplosa la gomma (sia chiaro, non doveva succedere) e Kimi è rientrato dopo le due Red Bull, che, saggiamente, si erano fermate in precedenza. Ma per il team manager della Ferrari non si è trattato di un errore: “Non credo che abbiamo perso un’opportunità – ha affermato – abbiamo seguito la nostra strategia e come sapete non possiamo parlare con i piloti. Penso che siamo in credito con la fortuna.” Questo il succo di una sua intervista post Austria.
Ora, io dico che anche un bambino si sarebbe accorto che era inutile, per Seb, stare fuori con Rosberg che gli recuperava un’enormità ad ogni giro e che sarebbe stato il caso di farlo rientrare per montare gomme fresche. Che beneficio si poteva avere con uno stint così lungo quando Nico aveva già recuperato il pit in più?
Ebbene, in Ferrari c’è gente pagata per fare solamente questo: analizzare l’andamento della gara, decidere una strategia ed eventualmente modificarla in corsa, se si verificano delle condizioni diverse da quelle preventivate. Se queste persone non sono in grado di fare bene il loro lavoro (e quest’anno la strategia ha penalizzato la Ferrari in più di un’occasione) devono essere sostituite e la decisione spetta ad Arrivabene.
Per concludere, vorrei chiedere al team principal della Ferrari di non cercare più scuse e di assumersi pienamente le proprie responsabilità. Il grande Totò diceva: “Siamo uomini o caporali?” Ahimè, credo che qui ci siano più caporali, purtroppo.
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