In poco tempo hanno abbandonato Allison, De Beer, Spagnolo e per, ultimo Corrado Lanzone, responsabile della produzione delle componenti delle monoposto.
Il motto popolare dice “squadra che vince non si cambia”, ebbene la Ferrari degli ultimi tempi è tutto meno che vincente, quindi non capisco lo sdegno dei tifosi, letto su vari gruppi Facebook e pagine Internet, versato su Marchionne per aver sollevato dal suo incarico Corrado Lanzone.
Lanzone non avrà sicuramente nessuna colpa in particolare, ma come i suoi colleghi De Beer, ricordiamolo, un fedelissimo di Allison, e Spagnolo pagano un processo di rinnovamento all’interno della Scuderia che necessariamente deve passare, anche, attraverso delle epurazioni.
E’ evidente che, se con gli uomini attuali i risultati non sono arrivati, bisogna dare spazio a qualcun altro, magari a giovani tecnici rimasti nell’ombra, le famose risorse interne, che non hanno mai avuto l’occasione di mettersi in luce.
Non mi sento, quindi, di mettere in croce la dirigenza Ferrari per assumere delle decisioni, a volte anche impopolari, se serviranno a riportare la Scuderia di Maranello nel posto che più le compete. Rimarrò, però, vigile e criticherò, questo sì, se le scelte si riveleranno sbagliate.
Ricordiamo che il bravo manager deve sapere, soprattutto, circondarsi di validi collaboratori e l’ultimo ciclo di grandi vittorie, sotto la guida di Jean Todt sono arrivati proprio per questo: il francese è sempre stato molto abile a scegliere i tecnici giusti per riportare il Cavallino alla vittoria ed ha saputo creare un team, per molto tempo, invincibile.
Quindi dobbiamo aver pazienza ed attendere che il nuovo gruppo di lavoro entri a pieno regime: potremo farci un’idea della bontà delle scelte attuali non prima del prossimo anno, quando si vedranno i primi risultati della nuova organizzazione. Se nella vettura 2017 non si vedranno passi avanti allora potremo rimpiangere chi oggi lascia la Scuderia.
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